Cosa sta per accadere alle commissioni dei buoni pasto, i cambiamenti previsti per il prossimo anno non promettono nulla di piacevole.
I buoni pasto sono largamente diffusi in Italia soprattutto tra i dipendenti che li utilizzano in vario modo. Ma quali sono i soggetti coinvolti nel complesso giro d’affari legato ai buoni pasto? Per primi ci sono i datori di lavoro che mediante i buoni pasti forniscono ai loro dipendenti un servizio al posto della mensa.
Ci sono quindi i dipendenti che usano i buoni pasto soprattutto per acquisti di generi alimentari. Sono coinvolte poi le società che emettono i buoni pasto, le quali fanno delle convenzioni con il quarto soggetto interessato, cioè i commercianti (la grande distribuzione, bar, negozi, ristoranti) che accettano i buoni pasto come forma di pagamento.
Buoni pasto, gli sviluppi della questione relativa alle commissioni
Ma come avviene il pagamento ai commercianti che accettano i buoni pasto? Le società che gestiscono i buoni pasto non versano il 100 per cento dell’importo a chi li ha accettati. Infatti trattengono delle percentuali, che variano da gestore a gestore e che in media sono pari al 20 per cento dell’importo delle merce venduta.
Un problema che spingeva sempre più commercianti a non accettare i buoni pasto come forma di pagamento e un problema per i dipendenti, non in grado di fruire del servizio. Il problema è stato evidenziato soprattutto dalla grande distribuzione e il governo ha deciso di introdurre un tetto sulle commissioni. C’è da dire che un tetto sulle commissioni era già presente in Italia.
Infatti il Codice degli Appalti prevede che nell’ambito della Pubblica Amministrazione (nella gara di aggiudicazione dei buoni pasto) lo sconto applicabile alla committenza pubblica non può oltrepassare la soglia del 5 per cento. Quindi la decisone è che i buoni pasto in circolazione attualmente resteranno validi alle stesse condizioni decise con gli esercizi commerciali, fino al 31 agosto del 2025.
Invece dal 1° gennaio 2025 ci saranno modifiche per quelli di nuova emissione e dal 1° settembre 2025 per i buoni in circolazione dal 2024. In queste due situazione la soglia massima delle commissioni applicata dalle società di gestione dei buoni è fissata al 5 per cento. Esiste quindi un periodo transitorio deciso proprio per salvaguardare il welfare aziendale.
Inoltre è stata introdotta la possibilità di rinegoziare i contratti già conclusi. Infatti dal 1° settembre 2025 le società emittenti possono recedere dai contratti, dai committenti datori di lavoro, senza oneri né indennizzi di sorta. Quindi c’è ancora del tempo a disposizione delle società emittrici dei buoni pasto e dei commercianti per adeguarsi alla novità.